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Soluzioniimpiantistiche

Si illustrano di seguito le soluzioni impiantistiche più comuni per varie attività produttive e realtà residenziali.

Le scelte impiantistiche sottoelencate non sono vincolanti per la ditta, che si riserva di proporre soluzioni differenti sulla base di valutazioni di ogni singolo caso. Sono da considerarsi esclusivamente degli esempi applicativi.

In tutti i casi la scelta del sistema di depurazione dipende dai limiti di legge previsti allo scarico. Parte delle relazioni sono tratte da “Norme tecniche di depurazione” – Boer depurazioni.

Autofficine e carrozzerie

Negli scarichi delle attività di autofficine, carrozzerie, sono presenti molteplici prodotti petrolchimici con differenti proprietà chimico-fisiche. Ci sono sostanze volatili come benzina, gasolio che possono essere in parte solubili in acqua ed altre invece meno volatili come olio per diesel, grassi, prodotti a base di catrame che sono insolubili all’acqua.

La separazione di queste sostanze può avvenire in vari modi: il caso più comune è quello dell’officina che lava i motori e le carrozzerie solamente con idropulitrici ad acqua calda ad alta pressione. In questo caso, nella quasi totalità delle volte, è sufficiente un dissabbiatore-disoleatore a gravità per separare il fango e recuperare l’olio che andrà consegnato al consorzio obbligatorio oli usati.

Nel caso che l’officina nel proprio ciclo lavorativo debba aggiungere all’acqua di lavaggio alcali, solventi clorurati, ecc. che emulsionano parte delle sostanze oleose, bisognerà dopo il trattamento di separazione del fango e olio, installare un impianto di depurazione chimico fisico, il quale funzionerà mediante dosaggio di reagenti (per es. polielettrolita) che farà precipitare, sotto forma di fango, le sostanze inquinanti presenti nell’acqua.

Anche se il processo di lavaggio viene effettuato con sostanze detergenti (ad es. detergenti anionici), è necessario un trattamento di depurazione chimico-fisico, in quanto la mescolazione di olii con acqua può formare delle emulsioni che vengono stabilizzate dai tensioattivi e quindi per separare l’idrocarburo presente non è più sufficiente un semplice disoleatore a gravità.

Spesso inoltre, per ottenere risultati ancora più soddisfacenti è necessario installare un trattamento di filtrazione su colonna di quarzite e di adsorbimento sul carbone attivo, questo in particolare se le concentrazioni di tensioattivi superano certi valori soglia.

Autolavaggi

Negli impianti di lavaggio a tunnel per autovetture il trattamento consigliato sarà quello di un disoleatore-dissabbiatore, un chimico-fisico e/o una colonna a quarzite e carbone attivo, con possibile recupero e riutilizzo dell’acqua per il primo lavaggio. La presenza di un trattamento aggiuntivo al disoleatore si rende particolarmente indispensabile qualora ci sia anche la deceratura.

Nel caso di un impianto di lavaggio per veicoli industriali, che notoriamente sono mezzi molto sporchi, oltre al dimensionamento di un impianto di
disoleazione di grosse capacità, si dovrà installare prima di esso una idonea vasca di defangazione per trattenere sabbie e fanghi. Quando poi questi automezzi sono adibiti a trasporto di materiali inquinanti, rifiuti urbani, rifiuti speciali, ecc. dopo il trattamento di disoleazione, si dovrà installare un impianto chimico-fisico e predisporre un eventuale recupero e riutilizzo dell’acqua.

Piazzali di lavorazione e stoccaggio merci

Le acque meteoriche provenienti dal dilavamento delle superfici adibite a processi di lavorazione o a stoccaggio merci devono essere convogliate in un trattamento di disoleazione e poi eventualmente in un trattamento idoneo a seconda della tipologia e concentrazione di inquinanti presenti nello scarico. Nel caso di vasti piazzali è opportuno considerare ai fini del trattamento, solo la portata di prima pioggia, in quanto è quella che dilava lo sporco e le sostanze inquinanti. Successivamente si by-passerà lo scarico al pozzetto prelievo campioni del disoleatore.

Quando si devono trattare le acque provenienti da depositi di autorottamazione, che possono contenere oltre agli olii, anche liquido freni, liquido raffreddamento, acido delle batterie e altre sostanze inquinanti, il trattamento di sola disoleazione non è più sufficiente. In questi casi è opportuno dopo il dissabbiatore-disoleatore, installare una vasca di accumulo e da questa mediante una pompa automatica si invierà l’acqua nell’impianto chimico-fisico per il trattamento finale.

Piazzali di transito e parcheggio

Le acque meteoriche provenienti da grandi parcheggi pubblici devono essere convogliate in un disoleatore dimensionato per la portata di pioggia e poi inviate allo scarico. Solitamente vengono utilizzati trattamenti in continuo, che consentono di trattare l’intero evento meteorico.

È altresì obbligatoria l’installazione del disoleatore nelle autorimesse coperte con più di 9 posti auto, secondo la normativa di prevenzione incendi “Decreto 1° febbraio 1986 G.U. n. 38 del 15.2.1986”.

WC Chimici

I contenitori dei WC chimici delle imbarcazioni e dei camper devono essere svuotati periodicamente in apposite vasche di contenimento in quanto la formaldeide e il metanolo utilizzati per la disgregazione della sostanza organica sono potentissimi disinfettanti e la loro imissione al depuratore comunale o nel terreno o nei fiumi provocherebbe un notevole danno.

Tali vasche di accumulo devono essere periodicamente svuotate nel rispetto della normativa del Decreto Ronchi sui rifiuti. Sono stati sviluppati sistemi di misurazione per quantificare le quantità immesse da ogni singolo utente in modo da determinare il canone del servizio offerto dai gestori del camping e per facilitare il compito di svuotamento delle vasche stesse.

Stazioni di servizio

Nelle stazioni di servizio e nei depositi carburante si dovranno raccogliere tutte le acque dei piazzali antistanti le colonnine di rifornimento, in modo che tutti i residui oleosi vengano convogliati in un impianto di disoleazione. All’interno dell’impianto verrà installata un’apparecchiatura elettronica di rilevamento olii (E.O.I.) completa di sonda.

In caso di fuoriuscita accidentale di idrocarburi, la sonda rileva questa presenza nell’acqua e mette in funzione un allarme ottico e acustico che avvisa il custode. A richiesta tale apparecchiatura può essere collegata via radio o alla linea telefonica.

Insediamenti abitativi

Nel caso si debbano trattare le acque reflue provenienti da insediamenti abitativi con un’utenza inferiore a 50 A.E. il trattamento consigliato può essere una fitodepurazione o un trattamento a fanghi attivi tipo SBR (fino a poche decine di A.E.) od eventualmente un filtro percolatore a basso carico, entrambi a seguito di pretrattamenti quali Imhoff e condensagrassi.

Per utenze superiori a 50 A.E. il trattamento ottimale è rappresentato da quello a fanghi attivi. In tutti i casi la scelta del sistema di depurazione dipende dai limiti tabellari previsti allo scarico.

Ristoranti e mense

Il trattamento prevede che le acque della cucina vengano convogliate in un condensagrassi di adeguate dimensioni e successivamente collettate assieme ai reflui in uscita dalla Imhoff (per le acque dei WC) e inviate ad un trattamento in filtro percolatore o fanghi attivi a seconda della quantità di acqua da trattare e dei limiti di legge previsti allo scarico.

Alberghi e agriturismi

Se il carico è molto discontinuo (anche con lunghi periodi di fermo) e la portata non molto elevata è preferibile convogliare il refluo ad un trattamento in filtro percolatore o in impianto a fanghi attivi tipo SBR. Per portate elevate ed un carico con una discontinuità su brevi periodi può essere conveniente installare una vasca di equalizzazione ed inviare il refluo ad un impianto a fanghi attivi. Per entrambe le tipologie è necessario un pretrattamento dei reflui in Imhoff e condensagrassi.

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